L’asse ereditario, definito anche massa ereditaria, è l’insieme dei beni, dei diritti e delle obbligazioni appartenenti alla persona defunta, che si trasferiscono mortis causa agli aventi diritto.
Possono far parte dell’asse ereditario beni immobili come fabbricati e terreni, ma anche aziende e quote societarie, beni mobili, quadri, titoli, valori mobiliari e denaro.
Il valore dell’asse ereditario non deve essere necessariamente positivo, poiché si tratta di un insieme di attività e passività. L’ammontare dell’asse ereditario viene definito nel momento dell’apertura della successione.
Definire il valore dell’asse ereditario è fondamentale per la sua divisione e per stabilire chi sono gli aventi diritto alla quota di legittima. Soprattutto in caso di beni o diritti che si trovano all’estero, talvolta può essere difficile e complesso definire il patrimonio del de cuius, ma stabilire l’esatta consistenza e valore dell’asse ereditario è importante anche ai fini di conservarne l’integrità ed evitarne la dispersione.
Quando si definisce la composizione dei beni che fanno parte dell’asse ereditario, come stabilito dal Codice Civile, occorre considerare anche i beni che il defunto in vita ha donato in via diretta e/o indiretta agli eredi, a meno che nell’atto di donazione siano stati esentati da ciò in modo espresso.
E’ bene sottolineare che gli eredi sono coloro che entrano nella titolarità del patrimonio del de cuius in quota, mentre coloro che vengono designati con il testamento e subentrano nella titolarità di singoli e determinati beni e/o diritti sono i legatari.
In caso di assenza di testamento, l’eredità si devolve in base alle regole della successione legittima. In altre parole, l’eredità andrà divisa tra gli eredi legittimi in base alle quote previste dalla legge e seguendo un preciso ordine dipendente dal grado di parentela degli stessi con la persona defunta. Gli eredi legittimi sono il coniuge, i figli e coloro che intrattengono i più stretti rapporti di parentela con il de cuius, mentre i fratelli e le sorelle del defunto e gli ascendenti possono diventare eredi soltanto se il defunto non aveva figli. Si parla in questo caso di successione legittima.
Il Codice Civile stabilisce con chiarezza quali siano le quote disponibili e le quote non disponibili, ovvero le parti riservate per legge ai legittimari, i soggetti ai quali la legge riserva la quota di legittima (o quota di riserva) e le parti di cui il testatore può disporre liberamente attraverso un testamento.
Le quote dipendono dal tipo di legittimari presenti e dal loro numero. Le persone che hanno diritto alla legittima sono il coniuge, i figli e i genitori. Se il testatore lascia quale legittimario solo un figlio, questi avrà diritto a metà del patrimonio; se il testatore lascia coniuge e due figli, il coniuge avrà diritto a un quarto del patrimonio e i figli un quarto ciascuno. In questo caso la quota disponibile sarà il residuo del patrimonio.
Esistono due casi in cui un soggetto può essere escluso dall’asse ereditario:
- L’indegnità: un istituto che prevede l’esclusione dall’asse ereditario di coloro che hanno ucciso o tentato di uccidere la persona della cui successione si tratta o il coniuge, il discendente o ascendente della stessa o che hanno gravemente leso la sua libertà di fare, revocare i modificare il suo testamento. L’indegnità opera a prescindere dalla volontà del de cuius perché risponde ad un’esigenza di interesse pubblico, ripugnando alla coscienza il fatto che possa succedere al defunto una persona che ha tenuto gravi comportamenti nei suoi confronti.
- La diseredazione: viene applicata a seguito di una dichiarazione di volontà espressa nel testamento come disposizione negativa, escludendo dalla possibilità di essere erede chi avrebbe potuto esserlo in virtù della successione legittima.
Gli eredi possono essere individuati dal de cuius stesso mentre è ancora in vita, mediante il testamento: questa è la cosiddetta successione testamentaria.
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